La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è una condizione che interessa molte persone, e che si manifesta con gonfiore e dolore addominale, crampi e instabilità dell’alvo (stitichezza alternata a diarrea). La medicina e la biologia stanno indagando quali possono essere le cause della comparsa di questa malattia per capire come intervenire per alleviare la sintomatologia.
La dieta “FODMAP” sembra essere efficace nel ridurre i disturbi nel 70-75% dei pazienti affetti da intestino irritabile: ma di cosa si tratta?
Cos’è la dieta Fodmap?
FODMAP è un acronimo per indicare tutti gli “zuccheri fermentabili”, ovvero i carboidrati che, una volta arrivati a livello intestinale, non sono assorbiti in maniera efficace e di conseguenza fermentano a causa della digestione da parte del nostro microbiota intestinale.
La conseguenza è la formazione di gas nell’intestino che provoca gonfiore, flatulenza e tensione addominale.
Nella dieta FODMAP questi zuccheri vengono eliminati dalla dieta, per limitare la fermentazione nel colon.
Inizialmente vengono eliminati tutti gli zuccheri fermentabili, per un periodo che va dalle 2 alle 4 settimane, per poi essere reintrodotti gradualmente a gruppi: il paziente ed il professionista sanitario dovranno monitorare l’evolversi della sintomatologia per capire quale del gruppo dei fodmap causa la sintomatologia dell’IBS.
Quali sono gli zuccheri fermentabili?
Gli zuccheri fermentabili sono sostanzialmente 4:
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- Oligosaccaridi: sono fruttani e gattoligosaccaridi. I primi sono formati da diverse unità di fruttosio, lo zucchero della frutta; alcuni frutti sono più ricchi di fruttani, e pertanto andranno eliminati nella dieta. I galattoligosaccaridi sono contenuti prevalentemente nella buccia dei legumi (ceci, lenticchie, fagioli e fave).
- Disaccaridi: sono carboidrati formati da due molecole di zucchero come ad esempio il lattosio; spesso chi soffre di intestino irritabile è molto sensibile al lattosio perché privo dell’enzima lattasi in grado di digerirlo. Di conseguenza, questo arriva a livello intestinale e viene fermentato dai batteri. I latticini contenenti lattosio andranno fortemente limitati nella dieta Fodmap.
- Monosaccaridi: sono zuccheri formati da una singola unità, come ad esempio il semplice fruttosio della frutta. Pertanto, la frutta più ricca in fruttosio (ad esempio mela, pera, o prugne) andrà limitata in questa fase.
- Polioli: sono zuccheri “artificiali”, resi cioè non assorbibili per il nostro apparato digerente. Fanno parte dei polioli i dolcificanti che vengono prodotti per trasformazione, hanno un alto potere dolcificante, ma non hanno calorie, proprio perché non siamo in grado di assorbirli. Molti prodotti industriali “zero zuccheri” contengono polioli.
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Rivolgersi a un professionista
Gli studi che testimoniano l’efficacia della dieta Fodmap sono molteplici e in continuo aumento. Quel che è certo, è che è una dieta molto complicata e se fatta in maniera inadeguata può portare a carenze vitaminiche e di minerali, proprio perché presuppone una limitazione nel consumo di molti tipi di frutta e verdura.
Se pensi di soffrire di colon irritabile è opportuno rivolgersi ad un professionista per approfondire la questione e preparare un protocollo dietetico adatto alle tue esigenze.
La dieta FODMAP inoltre viene spesso affiancata ad una integrazione adeguata e specifica, che possa agire sull’infiammazione intestinale e sulla composizione del microbiota, per ridurre i sintomi. Un medico o un nutrizionista sapranno consigliare la migliore terapia da seguire.
Dott.ssa Giulia Aliboni – Biologo Nutrizionista
Laurea triennale in Biologia presso Università di Pisa nel 2018 e Laurea Magistrale in Alimentazione e Nutrizione Umana presso Università Statale di Milano nel 2020. Esperta in nutrizione personalizzata, disbiosi intestinale ed intolleranze alimentari. Socio Sinseb (Società Italiana Nutrizione Sport e Benessere).